Salamanca, la mia Alma Mater
Ho passato quattro anni della mia vita a Salamanca per studiare la laurea di Traduzione ed Interpretariato all’Università più antica della Spagna. Quattro anni pieni d’esperienze, di nuove amicizie, di festa fino a notte inoltrata, e di studio.
Salamanca è una piccola città nel centro della Spagna che non ti lascia mai indifferente. Compatta e piena di contrasti, ove modernità e tradizione compaiono ad ogni angolo. Migliai di studenti di tutte le nazionalità e palazzi del medioevo con le sfumature arancioni della pietra di Villamayor.
Vista nella pianta della Spagna sembra un oasi in mezzo al paesaggio lunare della pianura castigliana.
Nel centro della città risalta la “plaza Mayor”, il cuore da cui escono molte piccole viuzze strette. Non so quanti pomeriggi ci ho passati a mangiare un gelato seduto sulle panchine di pietra della piazza, per combattere il caldo e l’afa dell’estate.
A volte Salamanca diventa una città affollatissima, con il centro storico pieno zeppo di turisti in cerca della ranocchia sulla facciata dell’università antica, o del astronauta scolpito nel portico laterale della cattedrale nuova.
A Salamanca si mangia bene, e si beve bene (forse troppo), e ci si può passare la serata a bere birra alla spina e assaggiare le tipiche tapas e pinchos nei bar di via Van Dyck.
Ma a Salamanca si possono trovare anche molti luoghi per riposare, rilassarsi e ritrovare se stessi. Uno dei miei preferiti è il “Huerto de Calixto y Melibea”, un piccolo giardino che rende omaggio all’opera “La Celestina” di Fernado de Rojas, accanto al museo d’Art Déco Casa Lis.
Una parte del mio cuore è a Salamanca e ci sarà per sempre. Infatti, ogni tanto ci torno per non morire dalla nostalgia, e per rivivere tante emozioni e ricordi vissuti.